APPUNTI DI VIAGGIO IN LOS ROQUES, CARAIBI, CENTRO

LOS ROQUES (VENEZUELA), CARAIBI, FLORIDA, GIBILTERRA Il Venezuela e le sue numerose e impareggiabili isole ci ha ospitato durante i mesi estivi. Gli uragani si fermano poco più a nord e noi, consapevoli di questo, ci siamo letteralmente abbandonati alla straordinaria bellezza del suo mare turchese ricco di vita e colori come un acquario incantato. Abbiamo lasciato scorrere il tempo baciati dal sole tropicale mentre passeggiavamo su soffici spiagge di sabbia corallina che orlano gli atolli deserti dell’arcipelago di Los Roques, e veleggiando verso gli angoli più nascosti di questo angolo di mondo paradisiaco siamo andarti a caccia di aragoste polpose e pesce dalla bianca carne delicata. Le settimane e i mesi vissuti intensamente sono volati e ad un tratto la fine del mese di ottobre è arrivata improvvisa costringendoci a guardare verso Est e le isole Grenadine. A malincuore abbiamo fatto vela verso l’isola Margarita per espletare le formalità burocratiche d’uscita dal Paese. Approfittando dei prezzi modici e delle numerose leccornie gastronomiche “Made in Italy” che i grandi e ben forniti supermercati di Porlamar proponevano, abbiamo acquistato una grande quantità di cibo che ha trovato posto nel generoso “ventre” di JANCRIS. Senza esagerare avevamo scorte di cibo e di birra per almeno tre mesi. Dopodichè ci siamo concentrati sull’ultima operazione prevista, riempire i serbatoi del gasolio pagando l'oro nero un prezzo a dir poco irrisorio, 10 centesimi al litro portato direttamente in barca da una rudimentale bettolina di simpatici venezuelani che per un costo irresistibile mi hanno spinto a comprare anche delle taniche extra piene di gasolio. JANCRIS con mille litri di carburante e la cambusa stracolme era dieci centimetri più bassa al galleggiamento, però noi eravamo felici di partire verso i costosi Caraibi completamente autonomi. Erano i primi giorni di novembre e la stagione degli uragani volgeva al termine. Negli ultimi anni i capricci di un clima in piena mutazione hanno fatto scattare allarmi per uragani anche verso la metà del mese di Dicembre, però tali fenomeni sono avvenuti molto più a nord delle isole Grenadine quindi all’alba di una radiosa mattina autunnale abbiamo abbandonato l’isola di Margarita facendo rotta verso l’ospitale isoletta venezuelana Los Testigos, avvicinandoci alla verde e profumata isola di Grenada che apre la porta all’intero arco di isole caraibiche fino alla repubblica Dominicana. Questo angolo di mondo ricco di isole e isolette più o meno famose e baie da favola, permette di risalire di latitudine senza quasi accorgersene, navigando poche miglia al giorno con l’aliseo invernale che regala prevalentemente giornate di vela indimenticabili. Alcune volte però bolina e ondate fanno sembrare la navigazione più come la prova di un rodeo che una veleggiata. LOS TESTIGOS – GRENADA 90 miglia Questa navigazione è sempre molto difficile e bisogna pazientare in attesa del vento favorevole. Il costante soffio degli alisei proviene da Est, come la forte corrente che raggiunge mediamente i 3 nodi, non permettono grandi velocità, e nemmeno veleggiate idilliache. E’ facile quindi capire che questi due elementi contrari rallentano l’avvicinamento alle isole orientali, come nel caso di Grenada che si trova giusto ad est delle Testigos e Margarita. Ogni navigatore incontrato ci aveva dato il medesimo suggerimento, aspettare una bonaccia. In alternativa alcuni habituè del Caribe, facevano una rotta più settentrionale puntando l’isoletta di Bequia o addirittura la Martinica, pur di evitare lo scontro diretto con gli elementi e avere un angolo di vento meno sfavorevole. La sera che abbiamo salpato l’àncora dalle Testigos, una leggera brezza orientale salutava la grande sfera infuocata del sole che si tuffava nel mare incendiandone le acque. La luna piena era già visibile nel cielo scuro ad Est, e ci avrebbe fatto compagnia per tutta la lunga notte tropicale rendendo meno opprimente il buio che avrebbe avvolto in pochi minuti l’universo intorno a noi. . Durante la notte, per alcune ore, la nostra velocità reale era stata di un paio di nodi, mentre sull’acqua viaggiavamo a sette nodi. All’alba del giorno dopo, in dodici ore di navigazione avevamo coperto meno di metà strada, vale a dire quaranta miglia. Fortunatamente a mano a mano che ci avvicinavamo all’isola, la corrente contraria diminuiva e la nostra velocità reale progrediva. Dopo ventiquattro ore di navigazione su un mare poco mosso e con vento reale proveniente da Est Sud-Est appena sotto i dieci nodi, siamo entrati nel porticciolo di Grenada, dove abbiamo calato l’àncora sfruttando gli ultimi bagliori di luce.Con la randa di maestra cazzata e l’impagabile trinchetta bomata spiegata al poco vento apparente, il fido Perkins-Sabre da 135 cavalli ha spinto la barca verso il way point di Granada senza incertezze, offrendo un angolo al vento di 15 gradi, in modo che le due vele non sbattessero, anzi, avevano aiutato a stabilizzare JANCRIS. Eravamo tornati nei caraibi, dove la gente locale oltre ad essere più nera di pelle è anche più nera di umore rispetto ai solari venezuelani sempre sorridenti e loquaci. Grenada e le isole Grenadine ci hanno regalato scorci naturalistici mozzafiato sebbene nei mesi di Dicembre e Gennaio sono molto frequentate dalle flottiglie di charter che prevalentemente salpano dalla francese Martinica. Un contrasto incredibile rispetto le baie del Venezuela dove le poche barche che si incrociavano erano di proprietà, e quindi completamente diverse dagli anonimi gusci di plastica delle barche da noleggio e dai numerosi catamarani sovraffollati di vacanzieri urlanti che devono divertirsi a tuti i costi. Prima della fine di gennaio abbiamo quindi lasciato il congestionato porto naturale di Le Marin (Martinica), uno dei migliori posti del caribe per rimpinguare la cambusa di prodotti culinari francesi ed europei senza svenarsi, per continuare il viaggio verso nord. CARAIBI - USA Una volta abbandonata la Martinica, abbiamo veleggiato di isola in isola con rotta Nord, Nord-Ovest, toccando autentici gioielli come la piccola Les Saintes, appena più a Nord della montuosa e verdissima Dominica. La grande isola della Guadeloupe con le sue foreste pluviali e selvagge, che possiede un paio di baie ben ridossate e tranquille. Dall’ancoraggio davanti al villaggio di Deshaies, situato a Nord-Ovest della Guadeloupe, abbiamo puntato la prua verso l’isola di Antigua, famosa tra i velisti non solo per le sue baie a prova di burrasche, ma soprattutto per la famosa regata “Antigua sail week” che si disputa ogni anno attirando centinaia di imbarcazioni provenienti da tutto il mondo. Le meno turistiche ma altrettanto belle isole di Nevis e St. Christopher sono una meta da non perdere per disintossicarsi dai megayacht che prendono d’assalto le baie di Antigua. La navigazione verso Ovest, finalmente ci ha offerto la possibilità di veleggiare con andature portanti, permettendoci di aprire il gennaker. Le circa trenta miglia che separano St. Christopher dalla vivace isola di St. Maarten ci hanno regalato una entusiasmante giornata di vela su un mare cobalto cristallino e ricco di pesce, facendo abboccare un barracuda di oltre un metro di lunghezza. L’isola di St. Maarten con la sua laguna interna circondata di marine lussuose e dai prezzi elevati, ha ospitato Jancris per una settimana, dandoci l’opportunità di andare ad ammirare le sue bellezze interne. L’isola, metà Olandese e metà Francese, è un dito esteso dell’America nel Caribe. I Dollari americani sono utilizzati come valuta corrente, mentre grandi supermercati di catene europee vendono ogni ben di Dio. Visto che avevamo tempo, e le condizioni dell’Aliseo erano moderate, da St. Maarten siamo andati a visitare la modaiola Anguilla che non permette ancoraggi confortevoli a causa della costa piatta e senza baie. Il mattino seguente abbiamo salpato l’àncora per andare a scoprire le giustamente famose isole Vergini molto trafficate da flottiglie charte, ma incredibilmente belle. Portorico e le sue isolette minori è una meta da non mancare, così come la Repubblica Dominicana. Noi per la rotta che ci eravamo prefissati abbiamo 'saltato' Cuba, facendo rotta direttamente sulla Florida. Il mare basso protetto dalle Bahamas e la corrente del golfo hanno contribuito a regalarci una navigazione piacevole. La Florida è la patria dei motoryacht, mentre le barche a vela dei navigatori giramondo sono rare da incrociare. Il primo impatto con gli USA è stato per espletare le formalità d'ingresso e devo dire che è stato positivo ed estremamente veloce, a differenza della burocrazia delle isolette caraibiche dove il piccolo potere degli ufficiali doganieri o dell'immigrazione viene esercitato contro i viaggiatori in modo indisponente e a volte con maleducazione. Da Key West abbiamo risalito la costa est degli Stati Uniti fino a Norfolk in Virginia. Alcuni tratti di questa navigazione li abbiamo percorsi navigando lungo i canali della Intracoastal Waterway, una specie di autostrada per barche che segue parallela la costa e che dalla Florida permette di navigare in acque protette fino a New York, bellissima e confortevole. ATLANTICO SETTENTRIONALE In Virginia, in uno dei tanti marina di Cheasepake Bay, abbiamo lasciata Jancris per un meritato riposo e ci siamo imbarcati su una barca a vela di una coppia di amici olandesi che tornavano in Mediterraneo con la loro barca. Da Norfolk abbiamo fatto rotta sulle Bermuda e poi i primi giorni di giugno siamo salpati verso le isole Azzorre. Dopo una settimana trascorsa tra le verdi e piovose Azzorre, siamo partiti con un vento debole e freddino da nord per tornare a doppiare le Colnne d'Ercole. La navigazione è stata piacevole anche se abbiamo fatto molte ore di motore e poche belle veleggiate. A Gibilterra si è conclusa l'avventura di Nicoletta e mia con la soddisfazione di aver compiuto un viaggio da sogno che non solo ha arricchito il nostro bagaglio velico, ma sicuramente contribuirà a scaldarci il cuore durante i rigidi inverni italiani, rivivendo le meraviglie viste durante questi indimenticabili mesi che ci hanno permesso di compiere un viaggio in senso orario dell'oceano Atlantico da Gibilterra a Gibilterra. Alfredo Giacon

Per informazioni: jancrisjancris@hotmail.com